venerdì 13 agosto 2010

Antonio Deon, Marziai BL

Nato nel 1907.

Nastro 1986/16 – Lato B      (da 04:43  ascolta l'audio)                 19 giugno 1986

D. Com'era la situazione durante la guerra?
R. Durante la guerra… non si aveva niente da mangiare. Eh! andavo sotto i tedeschi a battere col martello, a batter ghiaia. Ci davano una panettina di pane in quattro e si faceva bastare fino a sera, e un poca di minestra. Tante volte la minestra la facevano con le téghe de cassìa [bacelli di acacia] le si chiamava noi. Fame fin che si voleva! Ci si chiamava la “compagnia Bau”.
D. Bau? Perché Bau?
R. Perché si andava a lavorare … si avevano dei caporali tedeschi che ci comandavano e noi si era femmine, donne, tose, vecie; quelli che ce la facevano, insomma. Si andava su là per la strada, chi con un martelletto, chi con la pala, chi con un rastrello per inghiaiare la strada, per far in modo che si passasse.
Compagnia Bau la si chiamava noi. Era per prendere in giro un po', così; abitudine nostra.
D. Tutti quelli del paese che erano rimasti qua, lavoravano su questa “compagnia Bau”?
R. Quando c'era da lavorare, una squadra andava sulla strada verso Caorèra.
In quell'anno i tedeschi hanno portato via tutto quello che c'era. Il carbone che era fatto … ce n'era già di fatto carbone e l'hanno portato via. Come hanno portato via il maiale per le case e il fieno. Noi si aveva 18 vacche fra grandi e piccole, si avevano due asini, si avevano 14-15 galline, si avevano 6-7 pecore e capre e siamo rimasti con una vacca. Tutto, tutto ci hanno portato via.
D. E cosa mangiavate, allora?
R. Si andava a prendersi erba, dove la si trovava, qualcosa. C'era ancora mio padre che aveva nascosto un poche di fagioli sotto le pannocchie…
Tanti sono morti di fame; ne sono anche morti di fame!
D. Proprio morti di fame?
R. Morti, morti di fame.
D. Come sarebbe a dire “morti di fame”, cosa gli succedeva?
R. Perché quando non si trova niente da mangiare, si può morire, no! Si vedeva che el casca, viene magro. Era la fame, non trovava da mangiare, e moriva. E' morto uno che era un prigioniero, uno che avrà avuto, non so, un trent'anni. Con la ritirata era rimasto qua, e dopo è morto di fame sotto i todeschi. Era uno del paese, sì… solo che era rimasto qua nella ritirata. Invece di andare, era andato a casa. Si chiamava Solagna Biasio.
D. Altri che sono morti di fame?
R. Ah, ce ne sarà stato ancora qualcuno, ma io non posso saperlo … Ah! Tanta fame, neanche parlarne! È morto anche il povero mio nonno, ma è morto dopo, quando sono venuti gli italiani. Ha mangiato subito troppo… Mio nonno si chiamava Antonio Deon, come me.Quando sono venuti gli italiani si trovava da mangiare dappertutto. Trovava carne, trovava pane, si trovava di tutto da mangiare, quando sono venuti gli italiani. Si trovava fin che si voleva, per amor di Dio! C'era pane da par tuti i cantói… e allora qualcuno ha mangiato troppo, e così non va. 
Anch'io l'ho rischiata, per dire. I militari mi hanno domandato se mi piaceva la carne grassa. Io non sapevo se era grassa o magra e ho detto di sì! Mi hanno dato della carne grassa, me ne sono liberato, ma…
Eh, un anno brutto, sì! Un anno brutto…
D. E hanno fatto malanni, questi tedeschi, non so, con le donne...
R. Eh! Un poco di tutto… I soldati, si ubriacavano, appena arrivati, che trovavano vino del nostro. Ma dopo del nostro non ne avevano più, neanche loro. Avevano fame anche loro.
I tedeschi no, ma i ongaresi, i austriachi avevano fame anche loro. Perché dove ci sono i militari - ho fatto anch'io la guerra - dove ci sono i militari, se c'è abbondanza per i militari, anche i borghesi trovano qualcosa da mangiare [...] ma quando che gli manca anche al soldato, allora i borghesi possono morire.
D. Ma perchè gli ungheresi e gli austriaci avevano più fame dei tedeschi?
R. Dapprima sono arrivati i tedeschi, hanno finito la roba e dopo loro sono andati sulle altre bande… e qua sono restati sti óngarési. Tanti ce n'erano ongaresi, austriaci. Avevano fame anche loro come noi; come noi no, ma abbastanza fame anche loro…
D. E voi, erba! Che erbe cercavate?
R. Eh, quelle che erano migliori, nel prato, dappertutto. Così, quel che si trovava, barbabietole, quel che si trovava, lumache. Si trovava e poi si andava anche a rubare, per i campi … un po' di tutto. Magari per i campi c'era qualcosa, ma poco, niente…
D. C'erano contadini, qua nella zona?
R. Eh,c'erano contadini! Anche noi si era contadini, per modo di dire. Ma chi poteva seminare se ci avevano portato via tutto? E poi non si aveva neanche più le forze per zappare i campi, perché allora non si andava con l'aratro, si andava con el sapón [la zappa]. 
[...]

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