martedì 24 agosto 2010

Celso Piccoli, Codroipo UD

Nato il 7 settembre 1908

Nastro 1998/3 - Lato B                                  18 febbraio 1998
    
Io ricordo che se i tedeschi avevano da mangiare andavano a Roma, quella volta. Ma avevano fame e han ceduto.
C'era una grande confusione di tedeschi, pieni di fame. Sono venuti qua e sono andati verso il Tagliamento.
Che io ricordi qua in centro a Codroipo non ci sono stati scontri.
Piuttosto ricordo che - dopo - ci sono state delle scaramucce fra di loro, perché non hanno più voluto andare al Piave. Niente mangiare, niente combattere; questo a giugno del '18.
Sono arrivati di notte qua.
Alla mattina ci siamo alzati e abbiamo visto i primi tedeschi. Noi bambini non ne avevamo paura; non ci mangiavano mica, no!
All'inizio se c'era qualche mucca, qualche maiale per mangiare, lo portavano via. Se vedevano un maiale lo uccidevano, lo pelavano alla meglio e poi mangiavano tutto quel grasso là ... magari una squadra di loro.
Ma qua nel nostro borgo c'è stata sempre calma. Gli italiani non hanno fatto nessuna resistenza, qua a Codroipo.
Tanti del paese sono andati via, ma noi non siamo andati via perché avevo mia mamma ammalata. Aveva il tifo.
In famiglia eravamo in quattro: la mamma, il papà e due figli: io e uno della classe 1895, che era in guerra. Questo fratello è stato fatto prigioniero proprio nei giorni di Caporetto. L'hanno portato in Ungheria e alla fine della guerra è ritornato.
Mio papà era anziano e ha pensato di restare a casa. Tanti sono invece andati di là, in Toscana. Soprattutto quelli che sono partiti per primi e sono riusciti a passare il ponte, perché poi il ponte lo hanno fatto saltare.
[A Codroipo] c'è stata una grande sommossa fra i tedeschi perché non volevano andare al Piave [nel giugno 1918, battaglia Solstizio]. Si sono mitragliati fra di loro e ci sono stati quattro cinque morti.
Ce n'era uno morto proprio subito fuori qua (all'inizio del paese), poi ce n'era un altro in piazza. In tutto cinque morti, o sei. Uccisi fra di loro, eh!
Non si capiva niente, era tutta una confusione. Noi si sentiva che sparavano e allora si stava dentro in casa per non essere coinvolti. Poi è venuta la calma ... ed è là che loro hanno perso al Piave. Poi avevano paura, fra di loro, delle sommosse.
Non mi risulta che poi abbiano fucilato qualcuno di loro per punizione. 
Alla fine della guerra sono andati via senza accorgersi; ormai erano chiusi, gli italiani erano già a Trieste. E i tedeschi se ne sono andati via calmi, senza ruberie. Ormai erano pieni di fame e poi cosa potevano rubare che non c'era più niente!
Alla fine della guerra, verso il 4 novembre, noi eravamo in un campo qua vicino, che si vedeva che venivano avanti, che sparavano i colpi di cannone e una roba e l'altra. Si vedevano lampeggiare i colpi. Eravamo là nel campo, seduti, che si sentiva e fra noi si diceva: «Eh, sono qua, sono qua», perché li sentivamo venire sempre più avanti.
Sono arrivati qua alla mattina, gli italiani. Alle 4 - 5 della mattina. E il giorno prima già si vedeva che i tedeschi andavano in cerca di qualche vestito da borghese, di qualche cosa, ormai sapevano che...
A Codroipo, quelli che erano a capo del paese sono subito andati ad abbracciarli, i primi italiani che sono arrivati. [...]
Non ci sono stati morti, non c'è stata resistenza dei tedeschi. I tedeschi sono andati via in silenzio.
I capi erano il sindaco del paese, quelli che provvedevano all'approvvigionamento, perché la roba era tesserata.
L'anno dell'occupazione è stato l'anno della fame e della miseria per i tedeschi. E noi sempre arrangiarsi: patate, una cosa e l'altra, andare a macinare il grano per la polenta, al mulino, alla sera tardi, per non farsi vedere da loro che altrimenti te lo portavano via, e allora si andava sempre di nascosto, perché al mulino c'era una guardia, sempre. Così si andava quando non c'era la guardia, magari con 15-20 kg alla volta sulla bicicletta, e via di corsa.
Il grano lo prendevamo nei campi, quando lo raccoglievano e poi lo si comprava da qualche contadino. Non avevano requisito proprio tutto, i tedeschi. C'era sempre quello - più furbo dei tedeschi - che riusciva a nascondere la roba. Insomma in qualche maniera si riusciva ad arrangiarsi.
Mio padre faceva il bracciante, lavorava per una ditta che aveva grandi magazzini di olio: era la ditta Lotti di Codroipo.
Nessuno qua in paese è morto proprio di fame.
Pavan. Perché vicino al Piave, in certi paesi, sono morte 4-500 persone di fame.
Piccoli. Perché hanno voluto! Perché uno che sapeva arrangiarsi ... guardi ho fatto la prigionia anch'io, in questa guerra qua, ed ero in Francia, ma abbiamo mangiato più noi che i francesi. Sebben che era tutto a tessera, ci si arrangiava. Sì, uno che non sa arrangiarsi ... sicuro, se sta là ad aspettare...
Finita la guerra - la seconda guerra è finita il 9 maggio - noi si era in quattro di Codroipo. Abbiamo trovato una guida. Eravamo a Marsiglia e ci ha accompagnati fuori dai confini. Poi siamo venuti fino a Cuneo a piedi. E dopo, arrangiarsi! 
Perché di qua non c'erano né treni né niente. Qualche camion, a piedi ... e dal 9 maggio che è finita la guerra, il 1° giugno ero a casa, io!
*
[Durante la Prima guerra] qua in paese c'era il macello, dove uccidevano le bestie i tedeschi. Noi si stava là con loro, magari a dar botte alle bestie perché andassero dentro al macello. Così, si stava in compagnia. Non erano cattivi, perché erano tutti anziani e magari qualche volta, ma di rado, ci davano qualcosa anche a noi. [...]

Nessun commento:

Posta un commento